domenica, gennaio 31, 2010

L'Italia può fallire?


Riprendo un post di Grillo perchè mi sembra giusto rimarcarne l'ultima parte.
Al di là di tutte le balle sparate dai media main stream, quello che conta, nel mondo reale, dal quale gran parte della popolazione sembra ormai distaccata e ignara, sono i fatti.
Il fatto è rappresentato da questo grafico sul valore degli investimenti in CDS per ogni stato, pubblicato dall'Economist.
Cosa sono i CDS lo dice il Sole24Ore:

Uno swap è un baratto, e in questo caso il baratto consiste in questo: la parte A paga periodicamente una somma alla parte B, e la parte B in cambio si impegna a rifondere alla parte A il valore facciale di un titolo C, nel caso il debitore C vada in bancarotta. Insomma, A ha comprato l'obbligazione emessa da C, ma A vuole esser sicuro che C rimborsi il capitale alla scadenza. La finanza ha creato questo strumento di copertura del rischio, e il credit default swap è in effetti come una polizza di assicurazione. Se, per esempio, il valore dei titoli acquistati è di 100mila euro (facciali), e il cds è di 120 punti base, vuol dire che A deve pagare ogni anno 1200 euro per essere sicuro del rimborso. Questi cds sono quotati in mercati over the counter, e se il costo dovesse balzare, mettiamo, a 800 punti base, vuol dire che il mercato teme che il debitore C avrà difficoltà a far fronte ai propri impegni.
(vedi anche Credit derivatives, Credit event, Interest rate swap)

In poche parole, sono assicurazioni che proteggono gli investitori in titoli di stato dalla eventuale bancarotta degli stati emittenti. Tutti sanno che assicurare, per esempio, dal furto un auto costa di più dove è più alta la probabilità che l'auto venga effettivamente rubata...

Tornando al grafico, questo vuol dire che l'Italia è il primo paese al mondo come rischio di bancarotta. La Grecia e il Portogallo, dei quali i nostri canali di informazione ci parlano quasi compiaciuti che ci sia qualcuno messo peggio di noi, sono rispettivamente al quinto e all'ottavo posto della classifica.

Tanto per elencare alcune cose che succedono quando uno stato dichiara bancarotta: impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti statali (medici, professori, pompieri, polizia, ferrovieri, ecc...), impossibilità di pagare le pensioni, blocco dei conti correnti e prelievo forzoso dagli stessi, blocco o annullamento di BOT e CCT. Queste sono le conseguenze economiche, quelle sociali le lascio immaginare al lettore ...

L'altro giorno un mio amico mi ha chiesto: ma allora che cosa bisogna fare? La prima risposta che mi è venuta in mente è stata: LA VALIGIA.

1 commento:

Pino ha detto...

Articolo interessante, continui a proporli!