mercoledì, aprile 28, 2010

San Marco


Ho pensato: dato che si permettono di dire la loro sul 25 aprile, delinquenti incalliti del carico di Silvio e vecchi rincoglioniti quali il nostro presidente "firmo-tutto-io", forse posso anche io esprimere qualche pensiero sul significato di questa commemorazione.

Intanto sarebbe bene iniziare a liberarsi di tutta la propaganda e la retorica che ammanta questa ricorrenza e cercare di guardare in modo oggettivo agli eventi.
Per iniziare, il termine "liberazione" è quanto meno improprio: nessuno ci ha invaso se non gli americani che sono sbarcati in Sicilia senza sparare neanche un colpo, grazie al placet della mafia, con la quale erano scesi a patti. I tedeschi erano in Italia in quanto nostri alleati.
Forse, benchè assassini e raziatori quanto noi, non si aspettavano che una nazione cambiasse bandiera nel corso della guerra, cosa che, da convinto antifascista, ho sempre ritenuto vergognosa e ignobile e che considero, il vero momento in cui il popolo italiano ha perso la propria dignità. Una dignità che, per inciso, non ha più saputo ritrovare.
Forse per "liberazione" si potrebbe intendere quella dalla dittatura ma dalla mia conoscenza della nostro gente non mi sembra che poi questo stato di cose andasse poi tanto male alla maggioranza dei pecoroni, camerieri e leccaculo che popola oggi come ieri questo paese.
Bisogna forse festeggiare per la ritrovata unità nazionale? anche questa mi sembra una motivazione retorica, in quanto risulta sempre più chiaro che, fatta l'Italia, non sono mai stati fatti gli italiani per il semplice motivo che una nazione e un popolo nascono già tali e non si possono costruire a tavolino, come di fatto si vuol fare oggi con il concetto di "europei". L'Italia rimane di fatto divisa in ducati o contee o feudi con i propri vassalli locali (vicere) che devono obbedienza al dominus e al papa esattamente come prima del "Risorgimento".

Cosa c'è allora da festeggiare? C'è molto da festeggiare perchè, per me, in questo giorno si ricordano e si onorano gli Uomini che hanno saputo dire no alla dittatura e allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e che hanno combattuto e in molti perso la vita nel nome dei propri ideali.
Non parlo di chi, annusando l'aria che tirava, ha saputo abilmente saltare sul carro del vincitore a giochi fatti ma di chi si è opposto alla dittatura anche quando questa era al suo apice. Parlo di chi ha saputo riscattare in parte l'onore di questo popolo di pezzenti e opportunisti. Parlo dei VERI PARTIGIANI come Sandro Pertini e come molti altri ,che non sono diventati presidenti ma che sono diventati un esempio, soprattutto oggi che si vive in questo torpore dove ogni moto di ribellione sembra inconcepibile.
E pensare che Hitler li chiamava "ribelli" e oggi forse li chiamerebbe "insorgenti" o "terroristi".

P.I.G.S.


Italiani greci, una faccia una razza?




giovedì, aprile 22, 2010

Nubi


"Sarebbe bello se l'inevitabile nube islandese ci spingesse a pensare alle nubi evitabili del nostro futuro. Ma la fine del mondo sembra ormai l'ultimo grande spettacolo che ci è rimasto. Non conviene rinviarla, abbiamo già venduto tutti i biglietti."

Stefano Benni (20-04-2010)

E' bello vedere che ancora qualcuno pensa...