venerdì, maggio 06, 2011

Percezioni indotte, Bin Laden e la geopolitica


Alcune riflessioni sui media e sulla geopolitica partendo dalla vicenda della morte del “Principe del male”.
Senza aprire il capitolo 11 Settebre 2001 e senza commentare i dettagli della vicenda, cosa ci vuole dire veramente l’impero con la fiction Bin Laden?

Intanto bisogna pensare che questa sceneggiata planetaria è stata pensata, confezionata e rappresentata principalmente per l’americano medio. Vale a dire per il panzone stravaccato sulla poltrona massaggiante, con la coca appoggiata sul tavolino, che ha la cultura media e il senso critico di un paracarro e che ormai non sa distinguere il telegiornale da uno show televisivo. Non starò quindi a dissertare sul perché si sono riunite folle festanti ad inneggiare alla morte di un ologramma.

Esistono però alcuni livelli di sottotesto in questa vicenda molto interessanti e direi anche inquietanti.
Il primo è il fatto stesso che, praticamente, tutti i media del mondo hanno dato la notizia all’unisono commentandola con le stesse parole e con la stessa fotografia (rivelatasi falsa quasi subito, grazie ad uno scoop di Peace Reporter), senza preoccuparsi di verificare minimamente le fonti. A margine di questo ho notato che ultimamente i discorsi di Obama sono trasmessi anche dalle televisioni italiane (e non solo, presumo) anche quando non riguardano problematiche di respiro mondiale, probabilmente per inculcare ancora di più la sua immagine di leader supremo.
Altri messaggi che ci sono stati comunicati come verità assodate o eventi “normali” sono stati:
  • E’ giusto invadere con forze militari un paese sovrano;
  • E’ giusto uccidere un presunto criminale senza processo. Qulcuno ricorda Norimberga per i nazzisiti?
  • E’ giusto uccidere i famigliari del presunto criminale, come se avessero anche loro delle colpe;
  • E’ giusto festeggiare e inneggiare alla morte del “nemico”;
  • E’ giusto dare notizie che il presidente di uno stato “libero” e “democratico”, per lo più Premio Nobel per la pace, ordini l’assassinio mirato dei suoi nemici;
  • E’ giusto eliminare il presunto capo di quella che è stata dipinta come la più potente organizzazione criminale del mondo senza neanche provare ad interrogarlo;
  • E’ giusto torturare, perché serve ad estorcere informazioni importanti;
  • E’ giusto mantenere carceri speciali come Guantanamo, dove i prigionieri non hanno alcuno status giuridico, perché possono essere fonti di informazioni.
Prima di questo ci era stato insegnato, sempre dagli USA che:
  • E’ giusto attaccare una nazione intera e causare migliaia di morti perché si ha il sospetto che nasconda un criminale (che poi tra l’altro era nello stato confinante, forse)
  • E’ giusto fare guerre preventive per cercare fantomatiche armi di distruzione di massa
  • E’ giusto usare armi di distruzione di massa (fosforo) per sterminare civili inermi tra i quali donne e bambini, come a Falluja
Ad un livello ancora più profondo di lettura il messaggio si fa più inquietante. Alle persone che ancora tentano di ragionare con la propria testa si sta infatti dicendo esplicitamente “E’ inutile opporsi alla nostra narrazione perché ormai la realtà è fabbricata sulle nostre parole e te lo proviamo inventando storie delle quali ormai non ci preoccupiamo neanche più della verosimiglianza e che a tratti sfociano addirittura nel comico o nel grottesco. Perciò stai allineato e coperto prima che ci venga in mente di additarti come nemico con una scusa qualsiasi e scatenarti contro un gregge di pecoroni famelici e fanatici!”

Cosa ci aspetta allora per il futuro? Una delle ultime lezioni è quella della guerra alla Libia, dove abbiamo imparato che è giusto attaccare e presumibilmente invadere uno stato sovrano per rovesciarne il governo con il pretesto di spalleggiare la fantomatica opposizione “democratica”.
Quest’ultima dottrina, che come le altre, di fatto, farà giurisprudenza, sospetto fortemente sarà usata per attaccare la Siria o il Libano nel prossimo futuro. Il piatto forte della campagna d’Africa, che non dimentichiamo è iniziata con l’operazione “Odissey Dawn”, “Alba dell’Odissea” (e non “Odiessa al’Alba” come scritto e detto da tutti i media) penso sarà l’Iran.
Terminata questa Odissea non rimarrà che iniziare a scrivere l’Eneide ma qui ho la forte impressione che qualche miliardo di cinesi, decisamente impermeabili a farsi insegnare quello che è giusto dalla fiction occidentale, avranno qualcosa da obiettare.

In conclusione, vedo qualcosa di decisamente grosso all’orizzonte che, se le cose non cambiano, potrebbe essere il preludio alla Terza Guerra Modiale. Guerra che magari è già iniziata, come si leggerà forse un domani nei libri di storia, ma non ce ne rendiamo ancora conto perché nessuno ce lo ha detto alla TV.

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